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Sanità

Varianti Covid

Quando un virus si replica o crea copie di se stesso a volte cambia leggermente. Questi cambiamenti sono chiamati “mutazioni genetiche”. Un virus con una o più nuove mutazioni del genoma viene indicato come una “variante” del virus originale.

Ad oggi, quattro nuove varianti preoccupano gli esperti:

  • Variante Inglese (Alpha) – nota come B.1.1.7, identificata per la prima volta nel Regno Unito nel Settembre 2020;
  • Variante Africana (Beta)– nota come B.1.351, identificata in Sud Africa nell’Ottobre 2020;
  • Variante Brasiliana (Gamma) – variante P.1, con origine in Brasile nell’Ottobre 2020;
  • Variante Indiana (Delta) – nota con il codice B.1.617.2, con origine in India in Aprile 2021.

I geni nel genoma SARS-CoV-2 che contengono istruzioni per costruire parti del virus sono mostrati, nell’immagine di seguito, in diversi colori. Ad esempio, la sezione marrone nell’immagine contiene istruzioni genetiche per costruire la proteina spike, che consente quindi al virus di attaccarsi alle cellule umane durante l’infezione. Questa sezione del genoma funge da regione chiave per il monitoraggio delle mutazioni.

genoma

Gli scienziati di tutto il mondo che individuano nuove sequenza genetiche del virus le forniscono al GISAID. Il GISAID è un’iniziativa scientifica globale e una fonte primaria fondata nel 2008 che fornisce accesso aperto ai dati genomici dei virus influenzali e del coronavirus responsabile della pandemia COVID-19.

Diffusione delle Varianti in Europa e nel Mondo

A partire dai dati raccolti del GISAID è stato realizzato il sito https://covidcg.org/ che permette il monitoraggio real-time delle varianti Covid, di cui di seguito viene mostrata brevemente la modalità di lettura, non propriamente agevole in quanto le varianti vengono identificate esclusivamente dal loro codice:

  • Variante Inglese B.1.1.7, predominante in Europa e Nord America.
  • Variante Africana B.1.351, predominante in Africa, tuttavia ampiamente superata dalla Variante indiana.
  • Variante Brasiliana P1, predominante in Sud America
  • Infine, la variante Indiana B.1.617.2 , l’ultima scoperta e, al momento , quella che sta preoccupando maggiormente gli scienziati. Dal grafico si nota una presenza massiccia in Asia, Oceania, Africa, ma anche una importante presenza, da pochissimo tempo e in rapida crescita, in Europa.

Con la piena operatività dei vaccini risulta quindi fondamentale tracciare le varianti ed isolarle il prima possibile. Tuttavia, non è sufficiente guardare solo in Italia ma è necessario controllare anche il resto del mondo, per prevenire che il diffondersi delle varianti inibiscano gli attuali vaccini.

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